Recensioni

L’anima della spada

 
 

#prodottofornitoda#valentina piazza

 

Oggi vi porto in Giappone, vi parlo di:

 

~L’anima della spada

~Autore: Valentina Piazza

~Genere: romanzo in parte contemporaneo, in parte storico.

 Autoconclusivo.

~Data di pubblicazione: 3 Aprile 2019

~Pubblicato in self publishing

 Edizioni sia cartacea che ebook

 Prezzo edizione ebook: 1,99€

 

~Trama:

Milano, oggi.

Francesca Losi, figlia di un grande esponente dell’Aikido in Italia, alla morte di quest’ultimo e per suo volere, acquistò un’antica e preziosa katana giapponese durante un’asta di beneficenza, a Milano. La spada, arrugginita e danneggiata, versava in pessime condizioni ma la ragazza era determinata a riportarla ai suoi antichi splendori, esaudendo così anche l’ultimo desiderio di suo padre.

Dopo essersi messa in contatto con il togishi, Kimura Kaito, un noto restauratore di spade, cominciò insieme a lui il restauro della lama. Ogni volta che Francesca poserà la mano sulla katana, questa le parlerà attraverso visioni dominate da una voce di donna, intenzionata a svelare il passato e l’anima della spada…

 

Giappone, XI secolo.

Yamamoto Takeshi, un famoso guerriero, aveva perso la propria katana durante uno scontro e, conoscendo la fama del fabbro Masamune, gli aveva commissionato una nuova arma: la spada Koi, una katana micidiale, dai poteri ultraterreni…

“Quando Takeshi, il guerriero, serrò la sua presa su di me, vidi la luce della sua anima…”

 

~Considerazione personale:

Questo è un romanzo atipico,  lo definirei un intreccio di due storie che, a distanza di anni e anni giungono, entrambe, all’epilogo scritto dal destino.

L’autrice ci parla di Francesca, una donna amareggiata e senza forze dopo la morte di suo padre: questa rappresenta l’ennesimo schiaffo dalla vita, dopo un divorzio alle spalle e la perdita prematura della madre.

Francesca si trova da sola ad affrontare un’assenza che la schiaccia. Unico appiglio sarà rappresentato dall’ultimo desiderio del padre: ottenere a una’asta di beneficenza un’importante katana e riportarla all’antico splendore. Nonostante non comprenda i motivi di questa richiesta, la protagonista seguirà il volere dell’uomo, entrando in contatto con Kaito, allievo del padre e noto restauratore di spade. Sará grazie a lui e all’esperto Akira che la storia di questi ragazzi si intreccerà, in maniera inaspettata, alla leggenda del guerriero samurai Takeshi e la sua Koi…

Non voglio svelare molto, sarete voi a entrare nella leggenda, tra realta e magia, quasi. Ciò che vorrei sottolineare e che stupisce (almeno io sono rimasta piacevolmente sorpresa) è che tutte le leggende sulla battaglia che vede protagonista Takeshi, tutti i proverbi e le massime che troviamo a inizio capitoli, sono opere di ingegno e fantasia di Valentina, che  ha deciso di non limitarsi a fare il compitino e riportare fatti che tutti potremmo trovare sul web, ma ha certamente studiato e inventato anche quello. Da apprezzare assolutamente.

Lo stile e lineare, semplice e comprensibile. Valentina usa molti termini in giapponese, spiegandoci il significato.  I personaggi sono molto evanescenti, ma non in senso negativo: li ho avvertiti molto come contornati da un’aura mistica e di mistero, davanti a un mito che rivive nei secoli.

Il messaggio del romanzo è anche prezioso: non è importante raggiungere il risultato, ma accettare la propria condizione con consapevolezza e senza timori, come ci insegna lo stesso Takeshi e il padre di Francesca.

Attraverso la spada e la sua restaurazione, Francesca, rinasce a poco a poco e si apre alla vita e all’amore. E come se il padre la messe sulla giusta strada da percorrere, che da quel momento, però, dovrà percorrere da sola… O quasi.

Piccola pecca se posso: é troppo breve, mi sarebbe piaciuto leggere di più sull’avvicinamento tra la protagonista e Kaito, un po’ come avviene nel passato, ma capisco sia una scelta e la rispetto.

 

~Consigliato a:

Chi vuole sognare. Chi avrà la capacità di lasciarsi trasportare in un altro tempo e luogo.

 

Ringrazio Valentina per la fiducia, per la pazienza dell’attesa; ringrazio voi che mi leggete… Pochi ma buoni!

Al prossimo viaggio, alla prossima storia.

A presto.

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