Buongiorno,
Nuova recensione per voi! Oggi vi parlo de:
~Il collezionista di ricordi
~AUTORE: Elisa Crescenzi
~Editore: Self Publishing
~Genere: Second chance, new adult, music romance
~Autoconclusivo: sì
~Data d’uscita: 27 ottobre 2021
~Prezzo ebook: 1,99 €
~Prezzo cartaceo: 14.99 €
~Disponibile in Kindle Unlimited: sì
Dovrei odiarla, invece finisco per amarla con più forza.
~Trama:
«La musica è finita, Micol».
«E noi, Bart, noi siamo finiti?»
Micol ha quindici anni quando è costretta a dire addio al ragazzo che le è sempre stato accanto, l’unico al quale ha concesso il suo cuore. Altrettanti sono gli inverni trascorsi dal loro ultimo bacio. Le strade di
Firenze hanno smesso di emozionarla come un tempo, ma lei non ha rinnegato un solo giorno i suoi sentimenti per Bart.
È una giovane di trent’anni e si sente realizzata: è diventata psicologa, ha aperto uno studio e, nonostante non sia riuscita a dimenticare Bart, ha imparato a razionalizzare la sua mancanza. Almeno fino a quando una spiacevole perdita non costringe Bartholomew a fare ritorno a casa. Micol è pronta a rivederlo, tuttavia non si aspetta di scontrarsi con un muro di rabbia. Dovrebbe tenersi a debita distanza, lasciarlo
partire di nuovo, invece si ritrova ancora una volta impigliata in una rete fitta di sentimenti.
Quindici anni dovrebbero bastare a dimenticare, eppure le loro anime sembrano suonare ancora la stessa melodia.
Bartholomew ha quindici anni quando riempie la sua valigia di vestiti, rabbia e rancore. La Juliard è pronta ad accoglierlo, anche se lui non è pronto ad abbandonare Firenze. Poi il suo cuore si spezza: Micol,
la sua migliore amica, lo lascia partire con una menzogna.
A tenere insieme i cocci malandati del suo cuore ci pensa la musica. Bart diventa un pianista prodigioso e conteso, la sua vita riprende a scorrere e il suo letto si riempie di donne prive d’importanza quasi ogni
notte.
All’improvviso, però, è costretto dagli eventi a tornare a casa. Due giorni, solo due giorni: quello è il tempo che Bart giura di concedere a Firenze.
Micol tuttavia è lì, a un soffio da lui, con una collezione di ricordi a non lasciargli tregua e sentimenti dilanianti a condannarlo.
«Una cosa per finire deve anche aver un inizio e tu ed io, Micol, non siamo mai iniziati davvero».
~Considerazione personale:
Una storia e una trama molto interessante. Abbiamo due protagonisti che si conoscono da sempre, da quando sono bambini e che a quindici anni devono dividersi. Devono perché solo dopo molti anni, ormai entrambi trentenni, scopriranno le vere motivazioni di quel distacco.
Bart si trova costretto a ritornare a Firenze a causa di qualcosa che coinvolge la sua famiglia e quella della ragazza che aveva giurato di dimenticare per sempre: Micol. Lui è pianista affermato che vive a Seattle, ma è palese che non sia più il ragazzino spensierato di una volta, anzi è un uomo che porta addosso, sulla pelle e nei suoi tatuaggi, le ferite e traumi che non è riuscito a superare e che ha continuato a collezionare. Bart è un contrasto evidente, e questo si nota soprattutto nel suo modo di vestire impeccabile che contrasta con il suo carattere e il suo essere. Micol, invece, è una psicologa che sta cercando la sua strada e forse la felicità, ma l’incontro con il ragazzo dagli occhi neri rimette in discussione tutte le sue convinzioni.
Il romanzo è un vero proprio scontro, fatto di sofferenze, sbagli, segreti e tanta rabbia accumulata. Sarà difficile accogliere la verità e andare avanti o si arriverà a una rottura definitiva dei rapporti? A voi scoprirlo leggendo.
La storia è molto scorrevole, si legge in poco tempo. È scritta bene, ci sono delle parti quasi poetiche e ho apprezzato la scelta dell’extra che troverete alla fine. Non vi dico cos’è per mettervi curiosità! Ho apprezzato anche le descrizioni della città e il rapporto che hanno i protagonisti con i ricordi legati ai diversi luoghi di Firenze.
I temi trattati sono molteplici: si parla molto di famiglia, quella che ti supporta come quella di Micol; quella che farebbe di tutto per non vederti buttare la vita dietro a passioni passeggere, come quella di lui. Troverete il tema del distacco, della perdita, c’è il tradimento, inteso come emotivo: il Bart di quindici anni vedrà crollare una delle sue certezze principali e, col cuore spezzato, deciderà di non tornare nei luoghi che gli hanno procurato quel dolore. C’è il tema dell’alcool, degli attacchi di panico, delle menzogne e dei segreti che vengono a galla; c’è la fragilità di un ragazzo che non riesce a rialzarsi dalle tante bastonate che ha ricevuto e riceverà, perché la verità può fare più male delle menzogne. C’è il tema dell’amicizia sincera: la figura di Victor, il manager di Bart, è una figura essenziale in questo. È un angelo custode che cerca di aiutare i due protagonisti in tutti i modi. C’è la musica, intesa come una passione irrinunciabile, ma soprattutto come espressione delle sensazioni che Bart cerca di ingabbiare e che lascia andare solo nelle sue melodie. La musica è la metafora della vita, sono i ricordi, nuovi e vecchi, da cui attingere.
Se devo essere sincera però, non sono riuscita a entrare in empatia con nessuno dei due protagonisti e questo mi dispiace, perché di solito i personaggi complessi come Bart sono i miei preferiti. Posso dire che mentre leggevo ho percepito una barriera tra me e loro che non mi ha permesso di entrare in contatto con le loro emozioni fino in fondo. Di Bart ho percepito solo tanta rabbia, ma non la sofferenza che ti consuma. In Micol non ho compreso alcuni suoi comportamenti. Senza fare spoiler è come se lei ricadesse sempre negli stessi errori: non sa essere sincera, scappa e si aspetta che sia lui a fare la prima mossa. Bart è molto più coerente da questo punto di vista: lui fa un passo importante verso di lei, lui le sbatte in faccia ciò che sente senza filtri e pretende di più di semplici parole in un momento di confronto importante. Ecco in quel frangente specifico Bart mi è arrivato tutto, come mi è arrivata la lettera scritta il giorno di Natale. Non ho visto una grande crescita nel personaggio di Micol, mentre lui, invece, li affronta i suoi demoni o almeno ci prova. Sicuramente sarà una mia impressione, molto soggettiva, ma devo riportala per essere completamente onesta. Trovo comunque che la costruzione del personaggio di Bart sia molto interessante e a tratti enigmatica, tra i due è il mio preferito. In più la trama è valida e il nostro pianista saprà ammaliare molte delle lettrici, ne sono convinta.
Mi sento di consigliare la lettura a chi ama le storie complesse, basate sul conflitto, sulle incomprensioni e sui legami che, malgrado il dolore e la delusione, non si spezzano.
Ringrazio l’autrice per la collaborazione rinnovata ormai a ogni suo romanzo. Grazie della fiducia e la disponibilità. Un grazie a chi ci legge e segue.
Non mi resta che rimandarvi al prossimo viaggio.
A presto.