
Nuovo appuntamento con le interviste di Tracce d’autore, la nostra chiacchierata con autori di generi diversi per conoscerli un po’ meglio attraverso le parole scelte di volta in volta da me.
Ecco gli indizi per scoprire di chi parliamo oggi:
Ha pubblicato il suo romanzo thriller/ giallo con una collana che collabora con il nostro blog; ama il mare e surf; lavora in ospedale e in un certo senso è appassionata di scacchi.
Di chi starò mai parlando?
Ciao Chiara Barbieri e grazie di essere qui.
1. Per prima cosa ti chiedo di presentarti per chi ancora non ti conoscesse.
Ciao a tutti! Sono Chiara e sono un medico ospedaliero. Sono appassionata di sport (dal basket, allo sci, all’arrampicata, al surf), di libri e di viaggi…insomma, tendenzialmente non mi fermo mai eppure adoro dormire fino a tardi la mattina e odio la sveglia!
2. Se ti dico adolescenza, cosa ti viene in mente?
L’adolescenza è quel momento della vita in cui tutto è ancora possibile eppure spesso siamo bloccati da paranoie, complessi e problemi che ci sembrano assolutamente insormontabili. L’adolescenza è il gruppo di amici, il motorino, le versioni di latino, le prime cotte, le innumerevoli ore in palestra o al campetto di basket, in estate, i primi viaggi con gli amici, le prime birre, le prime nottate in bianco, il riflettere sul futuro, su cosa farai ‘da grande’, la paura di non riuscire a farlo.
3. Musica.
La musica è ballare con gli amici, il megaconcerto di Vasco, Modena che si ferma e si riempie di gente che canta in mezzo alla strada. La musica è gioia, libertà, festa. La musica è il viaggio, l’autoradio accesa mentre imbocchi l’autostrada verso una nuova avventura.
4. Se ti dico dedizione?
La dedizione è quella cosa che ti spinge ad alzarti dal letto il mattino quando il tuo unico desiderio sarebbe di voltarti dall’altra parte e rimetterti a dormire, lasciando che il mondo si risolva i suoi problemi da solo. Dedizione è fedeltà a se stessi ,prima di tutto, e poi alle proprie scelte. È ricordarsi perché si è scelto di fare determinate cose, anche quando è dura, anche quando fa schifo, anche quando proprio non ne hai voglia.
5. Se ti dico scrittura, qual è il tuo primo pensiero?
La scrittura è libertà, gioia, rifugio, salvezza, necessità, divertimento. La scrittura è parte della mia vita fin da quando me ne ricordo, è il mio modo di mettere ordine nella mia testa, di esprimere le mie emozioni.
La scrittura ovviamente è solo metà della mela, l’altra metà è la lettura, senza cui la scrittura, per me, non potrebbe esistere. Io, prima di essere una scrittrice, sono un’accanita lettrice, di gialli ma non solo. Credo che dal mio romanzo, almeno agli occhi dei lettori più accaniti, emergano alcune delle mie letture, alcuni degli autori che amo e che mi hanno influenzata (chi prova a indovinare?)
Quando leggo e quando scrivo mi immergo talmente tanto nelle storie che rido e piango con i libri e non mi accorgo più di quello che mi accade intorno (a tratti questo ha assunto contorni divertenti, tipo spaventarmi da sola scrivendo alcune scene del romanzo, a tratti imbarazzanti, tipo quando mi hanno fatto leggere “i ragazzi della via Pal” a scuola, alle medie, e io ho pianto come una fontana per la morte di Nemesek…in mezzo alla classe!).
6. Logica. Il tuo romanzo di basa molti su deduzioni e incastri perfetti, cosa puoi dirci di più?
È stata una faticaccia far combaciare tutti i pezzi (e buona parte del lavoro di revisione è stato proprio volto a dare coerenza e unità al romanzo, che ho scritto fondamentalmente in due fasi, una prima nel 2011 e la seconda, la più corposa, nel 2019)!
Non credo che il mio romanzo sia un giallo deduttivo, la logica mi interessa, è lo strumento indispensabile attraverso cui noi esploriamo il mondo che ci circonda e cerchiamo di interpretarlo, ma mi interessavano di più le motivazioni profonde dei personaggi, quelle che li portano, a volte, a fare scelte anche apparentemente illogiche e irrazionali ma in realtà profondamente radicate in loro e, in un certo senso, inevitabili.
Il mio commissario poi non è un superuomo, non è una grande mente investigativa in stile Poirot, è semplicemente un poliziotto di provincia che si trova ad affrontare una indagine complessa e coinvolgente e fa del suo meglio.
7. Paura. C’è qualcosa che ti spaventa?
Sono tante le cose che mi spaventano, soprattutto l’ignoto e tutto quello che è fuori dal mio controllo.
Credo però che la paura sia una cosa salutare, credo che bisogni sempre dare retta a quella vocina interiore che salta fuori ogni tanto e dice “via! no! torniamo a casa”. Credo che sia un vero e proprio salvavita, sia in ambiente selvaggio (mare, montagna, etc) sia nelle relazioni e nelle situazioni della vita in generale.
Credo anche che la paura sia inevitabile in molte situazioni e che il coraggio sia decidere di andare avanti nonostante la paura, non farsi bloccare, decidere che quello che stiamo facendo è più importante della nostra paura e quindi continuare nonostante un pericolo, reale o immaginario che sia.
Spesso poi la bellezza si trova appena oltre la paura; decidere di fare leggere il mio romanzo a qualcuno ha richiesto questo passo oltre le mie paure…e il percorso che mi si sta aprendo è bellissimo!
8. Se ti dico emozioni, invece?
Le emozioni sono quello che ci tiene in vita, che ci rende umani, imperfetti, irrazionali, fragili ma, in in certo senso, bellissimi.
Le emozioni dei miei personaggi sono parte integrante della storia, anzi in un certo senso sono la storia, emozioni impreviste e imprevibili prima (penso soprattutto al percorso interiore di Francesco) profonde, profondamente umane.
9. Futuro. Cosa vedi proiettandoti in avanti?
Bella domanda! Il futuro è il mistero, la scoperta, il cambiamento. Il futuro è anche il risultato del nostro presente, del nostro vivere e costruire oggi.
Se mi guardo indietro, se guardo a quell’adolescente con i capelli ricci e mille sogni per la testa che ero, vorrei darmi idealmente una pacca sulla spalla e dire: “ehi, ragazzina, guarda quante cose belle hai combinato!”….
Chissà cosa dirà la me stessa che sarò fra vent’anni guardando a me oggi…spero che di nuovo mi dia una pacca sulla spalla…non resta che scoprirlo e sarà un viaggio emozionante, come lo è stato finora.
Come diceva scherzosamente un collega saggio “Barbieri, il futuro dura a lungo!”…che vorrebbe dire, credo, goditi il viaggio, non aver fretta di arrivare e cerca di far pace con tutto quello che non dipende da te, perché poi magari in futuro avrai la possibilità di sistemare alcune cose su cui oggi non puoi intervenire o capirai che, in fondo, non erano importanti.
E, soprattutto il futuro sarà qui prestissimo, non penso serva affannarsi troppo a rincorrerlo.
10. Ultima domanda. Vuoi aggiungere qualcosa per concludere la nostra chiacchierata insieme?
Ti ringrazio innanzitutto per le domande che mi hai fatto, molto profonde e stimolanti, e poi per tutti i complimenti e la bellissima recensione che hai fatto del mio libro.
Sentire che il mio romanzo riesce a parlare alle persone è una gioia immensa ed è incredibile che una cosa che ho creato io, nel segreto del mio salotto, ora possa girare, incontrare persone, fare riflettere, emozionare o sorridere. È la meraviglia dell’arte, credo, e, nel mio piccolo, è bellissimo farne parte.

Vi ricordo che il libro di Chiara Barbieri è disponibile sul sito di Amazon e Kindle Unlimited.
Se volete, trovate la recensione di Il gioco degli scacchi, edito dalla collana Segreti in giallo edizioni, nella sezione Recensioni del blog.
Ringrazio Chiara per aver accettato di partecipare.
Non mi resta che rimandarvi alla prossima intervista.
Chi sarà la prossima vittima?!
A voi scoprirlo.